13 Maggio 2016 – “Essere genitori oggi” – 2° incontro

“Essere genitori oggi – l’ansia del genitore perfetto che non sbaglia mai”

Riassunto della serata

Buona partecipazione anche al secondo appuntamento. Molte conferme, alcuni volti nuovi ed alcuni assenti che hanno comunque voluto comunicare il proprio rammarico per l’impossibilità a partecipare, esprimendo l’intenzione di esserci per il prossimo incontro, previsto per metà/fine Giugno (presto avrete notizie su questa pagina e su facebook).

La serata, nella quale si sono alternati momenti di ascolto, di riflessione individuale e di confronto in gruppo, ha voluto mettere al centro ciò da cui molti dei problemi raccolti nel primo incontro in realtà partono, si fondano, diventano complicati, cioè le emozioni, nostre e dei nostri figli, il nostro rapporto con queste, la nostra capacità di riconoscerle e gestirle.

Dobbiamo “educarci” alle emozioni per poter aiutare i nostri figli a fare altrettanto, per imparare che il “capriccio” non permetterà di risolvere i problemi della vita o afferrarne le opportunità, che l’ansia può essere gestita, che il dolore e la rabbia possono essere espressi in maniera “sana” senza la necessità di sfociare, ad esempio, in bullismo e molto altro ancora.

Come creare allora una relazione genitori-figli, un ambiente che possa diventare “educativo” in questo senso? Abbiamo descritto questo “ambiente” attraverso 12 punti. Ognuno di questi rappresenta un diverso “atteggiamento che può educare alle emozioni” sia il genitore che riesce ad esprimerlo, sia il figlio che lo riceve.

Tutti questi punti, nel loro insieme, rappresentano anche una “traccia” attraverso la quale, come abbiamo iniziato a fare questa sera riguardo ad esempio al “capriccio” o alla “comunicazione genitori/figli”, poter leggere il rapporto che c’è e le situazioni del quotidiano, evidenziare i nostri punti di forza ma capire anche se c’è qualcosa che manca, che può essere cambiato.

“Mio figlio – ad esempio – non si apre per niente con me”? Allora passo in rassegna i 12 punti: qualcuno è “traballante” nel nostro rapporto? Penso che questo possa incidere negativamente sulla situazione? Ho la possibilità di modificarlo? E così via.

Nel terzo e ultimo, prima dell’estate, appuntamento cercheremo di fare proprio questo: prendere le domande del primo incontro e confrontare assieme il modo con cui le abbiamo affrontate fino ad ora con i 12 atteggiamenti che vi ripresento, molto sintetizzati, a conclusione di questo breve racconto della serata.

Così facendo penso davvero che, in molti casi, potremmo sorprenderci di quali importanti risultati si possano ottenere con dei cambiamenti apparentemente minimi, se sappiamo essere pazienti, gestire le nostre ansie, stare “di fianco”, come abbiamo visto la prima sera, anziché “a spazzare via” o “di rincorsa”, essere disponibili al confronto e “all’emozionarsi” con altri.

12 Atteggiamenti per educare alle emozioni:

  1. Favorire un senso di intimità in cui “si può”, non “si deve”, condividere tutto, mantenendo una giusta distanza, senza “invasioni”, senza giudizi, senza manifestare disagio.
  2. Essere attenti e disponibili al “rispecchiamento”, cioè al bisogno che i nostri figli hanno di sentire/vedere che le loro emozioni sono state capite, che non vengono sminuite, che non ci spaventano.
  3. Esercitare un ascolto attivo cercando di trovare sempre il tempo per farlo.
  4. Non anticipare i bisogni sforzandoci di dare a quel particolare bambino, in quel particolare momento della sua “storia evolutiva” qualcosa di cui non sente ancora, o di cui magari non sentirà mai, necessità.
  5. Toglierci dal centro, togliere le nostre rabbie, le nostre ansie e così via.
  6. Convalidare, esprimendo accettazione e accoglimento, facendo attenzione a ciò che comunichiamo non verbalmente, cercando di non lasciare “non detti”.
  7. Gestire momentaneamente le emozioni che nostro figlio non è ancora in grado di gestire da solo, dando un nome a queste emozioni, contenendole, tranquillizzando, dove è necessario, attraverso limiti e regole.
  8. Esprimere autorevolezza e decisione, consapevoli che in educazione non c’è democrazia, così come non mi aspetto che il pilota di un aereo chieda a me che sono un passeggero consigli su cosa fare di fronte ad un problema: questo mi spaventerebbe non poco. Certo non mi aspetto neanche di essere punito da lui se mi prende una crisi di panico da aereo.
  9. Evitare ambivalenze, non smentendo nei fatti quanto detto a parole, o viceversa, non farlo nei confronti dell’altro genitore.
  10. Ricordarsi che più che a quello che dico i miei figli prestano attenzione a quello che faccio.
  11. Riprendersi dall’ illusione che “tanto sono bambini e non capiscono”, se ho qualcosa che mi preoccupa, se c’è qualcosa che non va e così via.
  12. Prendersi cura del “bisogno di appassionarsi alla vita” di mio figlio, che ha bisogno di libertà, ricerca, “errori e frustrazioni” e di genitori “appassionati”, non di iper-organizzazione, ansie genitoriali, strade “spianate” e via dicendo.

 

Autore:

/

Tag:

Risposte

  1. Francesca

    Buonasera, l’incontro del 13 maggio dove si trova e a che ora? Grazie

    1. Maurizio Ferrari

      Presso il salone delle Opere Parrocchiali di San Bernardino, in Via Einaudi di Albenga.